“Similia similibus curantur” – Le stesse cose che hanno provocato la malattia la guariscono”, diceva Ippocrate, il padre della medicina occidentale, già qualche secolo prima di Cristo.
Proprio questo principio è uno dei pilastri dell’omeopatia, medicina in base alla quale il “simile cura il simile”
La medicina omeopatica ha un approccio olistico al paziente, prestando più attenzione al malato che alla malattia in sé.
Ma cos’è la malattia per l’omeopatia?
E’ una perturbazione che non consente all’energia vitale (forza che aiuta il corpo a mantenersi in salute) di effettuare il suo normale percorso fisiologico.
La malattia compare se l’energia nel suo fluire è disturbata o ostacolata da stress, cattive abitudini di vita (alimentari, ma non solo), scarso o nullo esercizio fisico, problemi legati all’ambiente o a fattori ereditari.
La malattia non è altro che il tentativo dell’energia vitale di riportare il corpo in uno stato di equilibrio.
I sintomi della malattia sono inoltre connessi alla costituzione individuale (ogni persona ha determinate caratteristiche psico-fisiche) e alla predisposizione a sviluppare determinante malattie.
Il processo di guarigione viene innescato dalla somministrazione del rimedio omeopatico (in omeopatia la terapia viene fatta con rimedi e non con farmaci), il quale fa convergere su di sé l’attenzione della forza vitale, costringendo quest’ultima a organizzarsi in modo da attaccare la stimolazione artificiale e non dannosa introdotta dal rimedio, lasciando così il malato libero di sconfiggere la stimolazione reale e pericolosa, quella provocata dalla malattia vera e propria.
Se la scelta del rimedio è corretta, dopo la prima assunzione i sintomi si aggravano per un breve periodo, dopo di che si avvia il miglioramento delle condizioni e si ha la guarigione.
Ma in cosa consistono i rimedi omeopatici?
La loro materia prima proviene dal mondo vegetale (a esempio arnica, calendula, oleandro, noce vomica, ecc.), animale (ape, formica, veleno di ragni o serpenti, ecc.) minerale (oro, argento, iodio, zolfo, ecc.), ma possono essere costituiti anche da materie chimiche (sostanze di produzione e scarto dell’industria chimica, ceppi batterici, ecc.) e prodotti fisiologici (estratti di organi, latte, urina, ecc.) o patologici (erba di palude marcia, carne di bue putrefatta, ecc.).
Tali sostanze vengono “potentizzate”, ovvero sottoposte al processo di diluizione e dinamizzazione.
Secondo l’omeopatia il nostro corpo possiede una capacità innata di curare se stesso, capacità che questa medicina favorisce somministrando rimedi composti da sostanze che in un individuo sano provocherebbero i sintomi da eliminare (il simile cura il simile). Queste sostanze non sono però impiegate in dosi normali o concentrate, bensì diluite un certo numero di volte (a esempio a 1 grammo o a 1 goccia della sostanza madre si aggiungono in progressione determinate quantità di solvente); più le sostanze sono diluite e maggiori e più duraturi sono i loro effetti benefici.
Questo concetto cozza col sentire comune secondo il quale invece più alta e massiccia è la dose di una sostanza e più è efficace. Nella preparazione dei rimedi omeopatici è previsto anche il processo di succussione o dinamizzazione con cui si sottopongono i rimedi a scosse vigorose, aumentandone efficacia e potenza.