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Tosse – rimedi naturali

Vediamo qualche rimedio naturale per la tosse.

Rimedi naturali per calmare la tosse

Decotti

Decotto camomilla e limone: utile per lenire le mucose infiammate e come sedativo. Procedimento: utilizzare la buccia di un limone biologico e una bustina/fiori di camomilla, metterli a bollire in 250 ml di acqua per 5 minuti. Filtrare e aggiungere un cucchiaino di miele.

Decotto di fichi secchi: utile per fluidificare il muco e calmare la tosse. Procedimento: mettere a bollire 5 fichi secchi in 250 ml di acqua per 5 minuti. Filtrare e bere a piccoli sorsi.

Rimedio popolare per la tosse grassa

Miele e cipolla: utile per l’espettorazione. Procedimento: Tagliare una cipolla orizzontalmente, mettere in una ciotola uno strato di cipolla e uno di miele e lasciar riposare per 24 ore. Passato il tempo necessario, raccogliere il miele colato con un cucchiaino.

Oli essenziali

Gli oli essenziali possono essere usati sia in diffusione che massaggiati sul torace e gola (mai assoluti).

Massaggio: Lavanda, Eucalipto, Timo, Tea tree, Legno di Ginepro: 3 gocce in una crema neutra o meglio ancora in un cucchiaio di olio vegetale (mandorla, sesamo, oliva..)

Rimedi naturali per calmare la tosse - Non sprecare

Diffusione: 5 gocce Eucalipto, 3 gocce di Pino e 1 goccia di Timo.

Fumenti: Lavanda, Eucalipto, Timo, Tea tree, Legno di Ginepro: max 5 gocce in acqua calda

Infuso

Papavero (petali) 25gr + Tiglio (fiori ebratee) 25 gr + Viola Tricolor (parte aerea) 10 gr + Tasso barbasso (fiori) 20gr + Malva (fiori e foglie) 20 gr. Preparare un infuso al 3% (*) e lasciare in infusione per 10 minuti. Dolcificare con miele e bere una tazza 2/3 volte al giorno.

(*)Il rapporto medio droga/acqua è di circa 3-5 grammi di droga ogni 100 ml d’acqua.

Gemmoderivati

Carpinus Betulus M.G. 1D : ha organotropismo per le vie aeree con azione antinfiammatoria, anticatarrale, sedativa della tosse e cicatrizzante delle mucose affette da flogosi.

Viburnum lantana M.G. 1D: possiede un’azione specifica di modulazione e regolazione neurovegetativa polmonare, per sedare la tosse ed inibire lo spasmo bronchiale. Utile anche nelle forme asmatiche di tosse.

(Cit. La salute del bambino, Paola Beria)

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C’era una volta la flora batterica

Fino a qualche anno fa, con il termine “flora batterica” veniva indicato l’insieme di batteri presenti nel nostro organismo.

Oggi questo termine è superato, perché molto riduttivo rispetto a quello che è nella realtà dei fatti, è stato infatti sostituito da Microbiota o Microbioma. Si pensava inoltre, che i batteri/microbi che albergano nel nostro intestino svolgessero qualche funzione di assimilazione delle sostanze nutrienti e qualcos’altro, ma da studi recenti ci si è resi conto che questa visione era davvero lontana dalla realtà. E’ stato scoperto che questi microbi sono delle vere e proprie comunità microbiche organizzate che vivono e collaborano insieme svolgendo tantissime funzioni utilissime all’essere umano.

Si pensava che loro fossero nostri ospiti, ma facendo un calcolo del loro numero e del loro patrimonio genetico si può dire che l’ospite sia l’uomo, inoltre il loro genoma supera in quantità il nostro, andandolo ad integrare con il loro.
Possiamo dunque affermare che il genoma microbico è la parte variabile del genoma umano che rende gli individui unici. Ad esempio, se si prendono due gemelli omozigoti e si separano alla nascita, facendoli crescere in due ambienti completamente differenti, dopo anni vedremo che fenotipicamente (aspetto esteriore) saranno più o meno identici, ma avranno sviluppato a livello intestinale delle comunità microbiche differenti.

Questo esperimento ci fa anche capire che i geni contano, ma fino ad un certo punto, quello che determinerà nella vita di un individuo l’espressione o meno dei suoi geni sarà l’ambiente e le sue abitudini. Questo viene spiegato da una scienza recente chiamata Epigenetica, i cui principi verranno affrontati in un altro articolo.

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Rimedio naturale per cistite, infezioni alle vie urinarie, incontinenza e reumatismi.

L’infuso di salvia è uno dei rimedi naturali che possono essere fatti in casa per le cistiti, le infezioni alle vie urinarie, l’incontinenza e i reumatismi.

Di seguito il procedimento:

Far bollire per qualche minuto 1 cucchiaio di foglie di salvia in 250 ml di acqua.

Filtrare e bere 1 volta al giorno.

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Timo

NOME SCIENTIFICO: Thymus vulgaris

FAMIGLIA: Labiateae o Lamiaceae

PROFUMO: Pungente, aromatico, balsamico, caldo

ZONE DI PROVENIENZA: Area del Mediterraneo

PARTE UTILIZZATA: Sommità fiorite

METODO DI ESTRAZIONE: Distillazione in corrente di vapore

PRINCIPI ATTIVI: Timolo (fino al 50%), linalolo, geraniolo, tannini, flavonoidi, saponine, triterpeni

NOTA: Base

NOME BOTANICO

Con il termine “Timo” ci si riferisce comunemente alla specie Thymus vulgaris, ma in tutta Europa (soprattutto nell’area mediterranea) cresce spontaneamente anche un’altra specie, il Timo serpillo (Thymus serpyllus), dall’aspetto e dalle proprietà molto simili. L’olio che si ottiene dal Thymus vulgaris è rosso e più forte di quello che si ottiene dal Thymus serpillus che è bianco con un’azione più delicata, adatto quindi alle persone più sensibili.

DESCRIZIONE

Pianta originaria della zona mediterranea, cresce su terreni aridi e rocciosi, si presenta come un piccolo cespuglio, con base legnosa e piccole foglie di colore grigio/verde con un aroma molto intenso, mentre i fiori hanno un colore che varia dal bianco fino al lilla e possono emanare un profumo leggermente limonato.

CENNI STORICI

L’uso terapeutico della pianta di timo si perde nella notte dei tempi. Nella Grecia antica veniva utilizzato per rinvigorire e stimolare le difese immunitarie contro gli agenti nocivi, venivano inoltre creati degli unguenti aromatizzati per infondere forza e coraggio ai guerrieri o ai lottatori prima delle battaglie e degli incontri. All’interno delle saune e bagni turchi, spesso venivano messi dei ramoscelli di timo per godere così delle proprietà espettoranti della pianta e migliorare la respirazione. Ne conosceva l’utilizzo già la civiltà mesopotamica, è stata infatti ritrovata una tavoletta in cui è descritto un impiastro ottenuto con timo, fichi, acqua e pere. In Egitto veniva usato insieme ad altri oli per l’imbalsamazione.

Al tempo dei Romani si utilizzava questa pianta per conservare gli alimenti e per la purificazione dell’aria, ma anche per aromatizzare i cibi.

Nel Medioevo si cucivano dei rametti ti timo nei vestiti dei cavalieri per donare loro coraggio durante le battaglie.

OLIO ESSENZIALE

L’olio essenziale si ottiene per distillazione in corrente di vapore delle parti aeree della pianta raccolta durante la fioritura. La distillazione produce un olio di colore rosso, marrone o arancione, che ha un odore forte e speziato leggermente balsamico dall’azione molto potente. Per renderlo meno irritante subisce quindi un ulteriore distillazione che produce olio di timo bianco, un olio chiaro o giallo. L’olio essenziale di timo fa parte delle Note di BASE, dette anche fissatori perché fissano o trattengono il profumo e rallentano o prolungano l’evaporazione delle note di testa. Possono rimanere su una carta assorbente per alcuni giorni o settimane. Nel timo sono presenti diversi oli essenziali, fino al 50% di timolo, e in misura nettamente minore carvacrolo, terpineolo,  linalolo, geraniolo, tujanolo; contiene anche tannini ad azione antivirale (3,5-7,5%), flavonoidi, saponine e triterpeni con attività antibiotica.
L’azione antibatterica del timo si ascrive principalmente a timolo e carvacrolo: questi oli essenziali appartengono al gruppo dei fenoli, sostanze dal potere battericida.
Anche linalolo e tujanolo hanno caratteristiche importanti da un punto di vista fitoterapico: sono profumati, stimolano il sistema nervoso e hanno proprietà antibatteriche; svolgono un’azione delicata e non irritante, al contrario del timolo che va quindi evitato dalle persone con la pelle sensibile. Studi condotti su pazienti hanno dimostrato che la sinergia tra le varie tipologie di oli essenziali si dimostra molto più efficace rispetto alla somministrazione di un solo chemiotipo.

 CHEMIOTIPI

 L’olio essenziale di una pianta è definito legalmente dal suo chemiotipo, cioè dal suo “profilo” botanico e chimico. Infatti, la stessa pianta della medesima specie può produrre oli essenziali aventi una composizione chimica molto differente. Più precisamente, può avere un chemiotipo diverso in funzione delle sue condizioni di coltura o di crescita: composizione e natura del terreno, orientamento rispetto al sole, precipitazioni, temperatura.

Il chemiotipo timolo è il più comune, il carvacrolo compare quando il timo cresce in zone particolarmente calde e secche, mentre i chemiotipi tuianolo e alfaterpineolo si trovano nelle zone più umide e il chemiotipo geraniolo nelle zone di montagna, dal clima rigido.

Il chemiotipo è individuato grazie ad un’analisi cromatografica e spectrometrica che riconosce e identifica le molecole. Questa classificazione è molto importante perché permette di selezionare gli oli essenziali per un uso mirato. Infatti, a seconda del chemiotipo, un olio essenziale ha un uso diverso.

L’olio essenziale di timo (Thymus vulgaris) ha molti chemiotipi, ognuno dei quali ha proprietà diverse:

  • chemiotipo timolo ha proprietà antinfettive, antisettiche;
  • chemiotipo linalolo ha un’azione meno aggressiva ha proprietà antibatteriche, antimicotiche (dermatiti, herpes), virucide, antiparassitarie ma anche neurotonico e uterotonico.;
  • chemiotipo carvacrolo ha proprietà antimicrobica e antinfiammatoria;
  • chemiotipo tujanolo ha proprietà neurotoniche e antimicrobiche, antivirali;
  • chemiotipo cineolo ha proprietà decongestionanti bronco-polmonari, antivirali;
  • chemiotipo geraniolo ha proprietà antibatteriche, antimicotiche, antivirali;
  • chemiotipo terpineolo ha proprietà antibatteriche e antifungine.

PROPRIETA’

L’olio di timo è uno degli antiossidanti più potenti conosciuti ed è stato usato come

Erba medicinale fin dall’antichità, supporta i sistemi immunitario, respiratorio, digestivonervoso ed è uno dei migliori oli essenziali per gli ormoni perché bilancia i livelli ormonali ed è particolarmente utile per alleviare i sintomi mestruali e della menopausa. Protegge inoltre il corpo da malattie e disturbi pericolosi, come l’ictus, l’artrite, le infezioni fungine e batteriche e le condizioni della pelle. A seguire i suoi principali benefici.

Antibiotico

Buona alternativa all’olio essenziale di tea tree. Stimola le difese delle vie respiratorie e combatte asma, bronchite, laringite, tonsillite, influenza e mal di gola grazie alle sue proprietà antisettiche dovute al contenuto di timolo. Combatte le infezioni intestinali e delle vie urinarie. Prima dell’avvento dei moderni antibiotici, l’olio essenziale di timo era usato per i bendaggi medici e abbassare il rischio di infezioni in caso di ferite. Grazie al contenuto di flavonoidi, l’olio essenziale di timo ha anche proprietà antiossidanti.

Antibatterico

Il linalolo è una molecola famosa per la sua azione battericida. Agisce infatti sui seguenti germi: Campylobacter jejuni, E. coli, Listeria monocytogenes, Bacillus cereus, Staphylococcus aureus.

Antivirale

Questo olio essenziale è efficace nella lotta contro i virus grazie ai suoi alcoli monoterpenici.

Antifungino

L’olio essenziale al timo si mostra particolarmente efficace nel trattamento della Candida e di altre tipologie di funghi. Alcuni detergenti intimi infatti si servono del suo principio attivo. Gli alcoli monoterpenici lo rendono particolarmente efficace contro Candida albican, in particolare il carvacrolo.

Antiparassitario

L’olio essenziale di Timo a chemiotipo Linalolo è antiparassitario e vermifugo, agisce in particolar modo contro tenie (verme solitario), ascaridi, ossiuri e pidocchi.

Espettorante

L’essenza di timo è uno dei rimedi più indicati in caso di malattie da raffreddamento: tosse, raffreddore, ecc. Grazie alle sue doti espettoranti e fluidificanti è in grado di fluidificare il catarro. Aiuta contro mal di gola e infiammazioni della gola, afte e stomatite se usato come collutorio oro-faringeo. Calma la tosse e fluidifica il catarro.

Stimolante e tonificante

Queste doti si evidenziano sia a livello generale, in caso di affaticamento psicofisico, sia più specificatamente sul sistema immunitario che questa essenza è in grado di rafforzare e stimolare. L’olio essenziale di timo è molto utile per contrastare debolezza e astenia ma agisce anche sul sistema nervoso per migliorare l’umore e calmare l’ansia. Agisce sulla sfera psichica, fisica e razionale ed è un ottimo stimolante grazie alla sua azione antidepressiva.

Favorisce la concentrazione e stimola la memoria.

Stimola la circolazione superficiale e favorisce la cicatrizzazione. Accelera la guarigione di piaghe e ferite infette.

Contro meteorismo e fermentazioni intestinali

Riduce senso di gonfiore e stimola la digestione.

Analgesico

L’olio essenziale al timo è in grado di alleviare i dolori, in aromaterapia si utilizza spesso in caso di artrosi e reumatismi.

PROPRIETA’ COSMETICHE

PELLE

Le sue virtù astringenti aiutano a riequilibrare il pH della cute grassa e per questo è utilizzabile anche per il trattamento di acne, brufoli e punti neri. Ma l’olio essenziale è efficace anche nel dare sollievo alla pelle interessata da eczemi, dermatiti, herpes ed infezioni micotiche, è anche un cicatrizzante e può essere utilizzato per rimarginare naturalmente ferite, piaghe, bruciature e a calmare l’irritazione causata dalle punture d’insetto. Mentre in qualità di diuretico, è capace di drenare l’eccesso di liquidi che causano ritenzione idrica, gonfiore addominale ed inestetismi della cellulite.

CAPELLI

Grazie alle sue proprietà antibatteriche, l’olio essenziale di timo può essere aggiunto agli shampoo per capelli grassi o secchi, poiché non solo è in grado di pulire a fondo il cuoio capelluto, limitando le secrezioni di sebo. È anche in grado di calmare la cute arrossata e pruriginosa di coloro che soffrono ad esempio di dermatite seborroica e di ridare vigore, elasticità e lucidità ai capelli fragili. L’olio essenziale di timo riequilibra il cuoio capelluto: sono sufficienti poche gocce per calmare prurito ed arrossamenti ma anche per detergere la chioma resa appesantita da un eccesso di sebo.

BOCCA E DENTI

L’olio essenziale di timo è noto per trattare problemi orali come carie, gengiviti, placca e alitosi. Con le sue proprietà antisettiche e antibatteriche, l’olio di timo è un modo naturale per uccidere i germi ed evitare le infezioni del cavo orale, quindi funziona come rimedio naturale per le malattie gengivali e cura l’alitosi. Il timolo viene utilizzato nella gran parte dei collutori, per questo motivo, poche gocce possono aiutare a sfiammare afte, gengiviti e stomatiti.

MAGGIORI UTILIZZI                              

Timolo e carvacrolo sono due fenoli con effetto irritante sulle mucose, per questo l’olio essenziale di timo deve sempre essere utilizzato con moderazione, meglio se diluito. Per la diluizione vengono usati degli olii vettori come l’olio di mandorle dolci, olio di oliva, ecc.

PREVENZIONE MALANNI DI STAGIONE O PER DISINFETTARE L’AMBIENTE: diffusione nell’ambiente dell’olio tramite diffusore o poche gocce nei contenitori dell’acqua per i termosifoni che una volta accessi spargeranno l’aroma disinfettante.

CONTRO TOSSE E RAFFREDDORE: In caso di tosse e raffreddore si possono respirare i vapori benefici dell’olio di timo servendosi di un vecchio rimedio della nonna, i suffumigi. Si fa bollire l’acqua, si versa qualche gocce di essenza di timo, si chiudono gli occhi e si respirano i vapori con il naso avendo la testa coperta da un asciugamano.

MASSAGGI ANTIDOLORIFICI: Questo olio essenziale si presta bene a dei massaggi antidolorifici in caso di strappi muscolari e dolori reumatici ma bisogna ricordare di non usarlo mai puro.

IGIENE ORALE: può essere utile anche per mantenere una buona igiene e salute della bocca ad esempio in caso di ascessi e afte. In questo caso si possono effettuare degli sciacqui quotidiani con acqua e un cucchiaino di bicarbonato in cui sciogliere un paio di gocce di Timo.

BAGNO ENERGIZZANTE: aggiungere qualche goccia di olio di timo nel bagnoschiuma

GIARDINAGGIO: I chemiotipi carvacrolo e timolo hanno dimostrato anche di essere in grado di neutralizzare le larve di diverse specie di insetti. Una goccia di essenza diluita in un cucchiaino di alcool puro, e miscelata all’acqua per l’innaffiatura delle piante, distribuita sulle loro foglie, può essere utile nel controllare le infestazioni.

TONICO DELL’UMORE: Il carvacrolo, che si trova nell’olio di timo, ha effetti molto positivi sull’umore. Una ricerca pubblicata nel 2013 ha mostrato che quando il carvacrolo veniva

somministrato per sette giorni consecutivi, è in grado di aumentare i livelli di dopamina e serotonina.

CONTRO GLI INSETTI: L’olio di timo tiene lontano parassiti come zanzare, pulci, pidocchi e cimici.

USO INTERNO: Quando si parla di oli essenziali per uso interno è difficile stabilire dosaggi ed efficacia, anche perchè la composizione percentuale dei principi attivi può variare di molto e con essa anche l’efficacia. Oltre alla difficoltà di stabilire i dosaggi, quando si parla di oli essenziali per uso interno bisogna considerare la tossicità di alcuni composti così come la provenienza dell’olio essenziale. Per beneficiare delle proprietà dell’olio essenziale di timo per uso interno, piuttosto che usare il concentrato di principi attivi è preferibile preparare un infuso di timo.

L’infuso realizzato con le foglie di timo rappresenta un vecchio rimedio della nonna per contrastare tosse e bronchite. Questo rimedio della nonna trova certezze nella scienza, la sua efficacia nel lenire la tosse e bronchite è stata messa in evidenza dallo studio dedicato alle proprietà medicinali del timo edito dalla Medical Economic Company. 

 SINERGIE

 – Problemi respiratori: Timo (1 gtt) + Eucalipto (3 gtt) oppure Rosmarino (3 gtt) + Timo (1gtt) + Menta piperita (1 gtt) da mettere nel diffusore

 – Diarrea virale: Timo (3 gtt) + Lavanda (2 gtt) + Tea tree (1 gtt) mescolati in olio vettore per massaggiare l’addome

– Gengiviti: Timo (3 gtt) + Eucalipto (2 gtt) + Camomilla (3 gtt) + Menta Piperita (3 gtt) da aggiungere in un cucchiaino di brandy e poi diluito in un bicchiere di acqua calda per fare sciacqui

 – Lavaggio disinfettante e morsi d’insetto: Lavanda (2 gtt) + Timo (4gtt) + Eucalipto (1 gtt) + Origano (1 gtt)

CONTROINDICAZIONI 

L’olio di timo è molto irritante se usato ad alte dosi.

Assolutamente da evitare sia in gravidanza che in allattamento o sui bambini piccoli.

Come per tutti gli oli essenziali “forti”, è sempre bene prima di utilizzarlo fare un piccolo test per valutarne la tollerabilità diluendo qualche goccia in olio vettore e applicarlo inizialmente solo su una piccola porzione di pelle.

L’olio essenziale di timo non deve essere assunto internamente, in quanto può causare nausea, vertigini, vomito, diarrea e problemi muscolari e potrebbe anche avere un impatto negativo sul cuore, i polmoni e la temperatura corporea.

Può anche stimolare eccessivamente la ghiandola tiroidea, motivo per cui questo olio essenziale non è raccomandato alle persone con ipertiroidismo.

Poiché l’olio di timo può essere utilizzato per migliorare la circolazione, dovrebbe essere evitato da persone con pressione alta, anche le donne in stato di gravidanza dovrebbero evitare l’olio di timo perché può stimolare il flusso mestruale.

 

Bibliografia:

Guida Completa all’Aromaterapia – V.A. Worwood –Macro Edizioni

https://flora.bio/it/blog/rimedi-aturali/Malanni_di_stagione_Aiutati_con_l_olio_essenziale_di_timo http://www.guidaoliessenziali.com/chemiotipo-di-un-olio-essenziale/

https://www.my-personaltrainer.it/integratori/timo.html

https://www.erboristerialea.org/2013/10/03/l-olio-essenziale-di-timo-ottimo-rimedio-contro-i-disturbi-di-autunno-e-inverno/

https://www.tuttogreen.it/olio-essenziale-di-timo-proprieta-utilizzi/

https://www.inherba.it/olio-essenziale-di-timo-utilizzi-e-proprieta/

https://elisirnaturali.it/oli-essenziali/olio-essenziale-di-timo-usi-e-benefici.php

https://www.viversano.net/rimedi-naturali/erboristeria/olio-essenziale-di-timo/

https://www.consigli-dei-sensi.it/olio-essenziale-timo-linalolo/

https://www.zenstore.it/Olio-essenziale-Timo-Bianco/

https://www.tesionline.it/tesi/brano/Composizione-dell%E2%80%99olio-di-timo-e-sua-attivit%C3%A0-biocida/23990

https://consiglibenessere.org/benessere/salute/timo-quali-sono-i-benefici-per-gola-cuore-e-umore/

http://antropocene.it/2019/04/14/carvacrolo/

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Iperico

NOME BOTANICO: Hypericum perforatum

NOMI VOLGARI

Cacciadiavoli, Erba di S. Giovanni, Millebuchi, Perforata, Erba trona, Erba dell’olio rosso, Cingulus Sancti Ioannis (quando si raccoglieva si era soliti legarla intorno alla vita).

ETIMOLOGIA

Il nome dell’iperico deriva dal greco hypo (sotto) erike (erica). Secondo Plinio il Giovane, il suo nome deriva dal greco “hyper – eikon”, in quanto può crescere anche sulle statue antiche: per questo motivo la tradizione popolare gli ha attribuito il potere di scacciare i fantasmi. Secondo le leggende contadine l’iperico sarebbe infatti legato a proprietà magiche e curative conosciute fin da tempi lontanissimi. Il nome botanico dell’iperico è composto di due parole, e la seconda, “Perforatum”, deriva dal latino e significa “perforato”, poiché le foglie viste controluce rivelano dei punti traslucidi, dando l’impressione che la foglia sia perforata.

FAMIGLIA E GENERE

Appartiene alla famiglia delle Clusiaceae (Guttiferae) e al genere Hypericum

PARTI USATE

Le parti usate in fitoterapia, sono le foglie e soprattutto le sommità fiorite.

TIPO DI PIANTA

Pianta erbacea o ad arbusti perenne sempreverde, anche sub-fruticosa con fogliame caduco o persistente con fiori gialli, bacche rosse o nere.  Alta 30 – 80 cm e comunque non oltre 1 m, ha un fusto eretto, angoloso, percorso da due strisce longitudinali in rilievo. Le foglie sono piccole, oblunghe-ellittiche. Quando non è in fioritura tali foglioline viste in controluce appaiono bucherellate, da cui il nome perforatum. Trattasi in realtà di vescichette traslucide contenenti resine ed oli essenziali incolori. I fiori, a cinque petali di colore giallo-oro sono disposti a stella e raggiungono la fioritura verso fine giugno. Ai margini dei petali sono visibili dei punti neri per la presenza di strutture ghiandolari contenenti un succo oleoso di colore rosso-violaceo, chiamato volgarmente sangue di San Giovanni, che deve la sua colorazione all’ ipericina, sostanza di cui è particolarmente ricco. I frutti sono capsule ovali che a maturazione si aprono scoprendo i semi cilindrici di colore nero o bruno scuro.

HABITAT

Molto comune in Italia nei luoghi sassosi (campi secchi) muri, lungo le strade ed i fossi, nei boschi, ericeti, in pianura ed in collina. Naturalizzato negli U.S.A., in Europa, in Asia occidentale e in Nord Africa. Cresce nei luoghi asciutti, soleggiati ed erbosi, colline ed oliveti, ai margini delle strade di campagna ed oggi viene anche coltivata. Predilige l’esposizione al sole ma resiste anche in condizioni di ombra parziale. Predilige un clima abbastanza mite ma resiste anche alle basse temperature. Si adatta a quasi tutti i tipi di terreni, l’importante è che siano ben drenati. Non è una pianta soggetta a particolari malattie o parassiti.

COMPONENTI

Le sommità fiorite dell’iperico, dal sapore aromatico, amaro ed astringente, sono un concentrato di sostanze attive, tra cui l’ipericina e l’iperforina, che favoriscono una migliore qualità del sonno senza alterare la fase R.E.M. L’ipericina ha anche dimostrato di possedere promettenti proprietà antitumorali e ha la capacità di inibire la crescita di gliomi (tumori cerebrali), del cancro al polmone e del cancro della pelle in vitro (in laboratorio). Contiene inoltre bioflavonoidi come la quercetina e la quercitrina, che regolano il tono dell’umore contrastando ansia e angoscia, rilassando le tensioni e promuovendo una sensazione di benessere naturale. Biapigenina e amentoflavina agiscono direttamente sul sistema nervoso, legandosi ai recettori che inviano segnali di rilassamento al cervello. La biapigenina, in particolare, contrasta i sintomi nervosi come il bruxismo, i disturbi gastrici su base nervosa e la secchezza delle fauci, mentre l’amentoflavina è efficace in tutti i casi di infiammazioni gastriche e ulcere. I suoi principi attivi, inoltre, favoriscono la circolazione e migliorano l’attività del muscolo cardiaco. Le proprietà dipendono da un complesso di sostanze ciascuna delle quali presa separatamente non è sufficiente a motivare l’efficacia complessiva della pianta, l’efficacia si ha usando il fitocomplesso.

 PROPRIETA’

A seconda della tipologia d’uso ha proprietà diverse. Per via esterna l’iperico è un antisettico, antinfiammatorio e cicatrizzante. Per via orale è usato soprattutto come antidepressivo. A livello sistemico si usa per le proprietà rasserenanti, calmanti degli stati ansiosi e antidepressive. Quest’ultima attività è risultata essere, in numerosi studi, molto simile a quella dei trattamenti farmacologici tradizionali, manifestando un minor numero di effetti collaterali. Tra le molte proprietà dell’iperico oggi riconosciute c’è quella di essere un potente serotoninergico e quindi un antidepressivo naturale, indicato specificamente negli stati depressivi accompagnati da ansia a sfondo emotivo, con agitazione, attacchi di panico disturbi gastroenterici e difficoltà di addormentamento. Oltre ad aumentare i livelli di serotonina assunto come integratore l’iperico modula anche la secrezione di melatonina, cosa che lo rende utile in caso di insonniaSul piano fisico la medicina riconosce all’iperico proprietà immunostimolanti, antinfiammatorie, antibiotiche, antivirali, antimicotiche, antisettiche e antidolorifiche che lo rendono un ottimo rimedio in tutti i casi di distonie neurovegetative, gastriti, ulcere gastro-duodenali e nelle nevralgie croniche.

Trova inoltre applicazione nel trattamento delle palpitazioni, dei cambiamenti d’umore e di altri disturbi tipici della menopausa, del disturbo da deficit di attenzione/iperattività, del disturbo ossessivo-compulsivo, della sindrome affettiva stagionale. Infine, è stato sperimentato anche in caso di esaurimento, la sindrome da fatica cronica, l’emicrania e altre forme di mal di testa, i dolori muscolari e di origine nervosa, la sindrome del colon irritabile.

L’iperico viene utilizzato da lungo tempo per via topica per le sue proprietà antinfiammatorie cicatrizzanti e antisettiche. È utilizzato per trattare lividi e lesioni cutanee, infiammazioni e dolori muscolari, ustioni di primo grado, ferite, punture di insetto, emorroidi e dolore di origine nervosa.

Può essere utile sulle chiazze infiammate della psoriasi. Infine, sempre per uso esterno, può diventare ingrediente di un unguento per le emorroidi sanguinanti, a patto che sia associato ad altre erbe curative di questo specifico problema.

Le proprietà terapeutiche delle sommità fiorite dell’iperico sono dovute al fitocomplesso rappresentato essenzialmente da flavonoidi, come l´ipericina, la rutina e  la quercetina, sostanze a spiccata azione antidepressiva sedativa, che si ottengono dall’estratto secco o dalla tintura madre. L’ipericina, in particolare, inibisce due enzimi responsabili della disattivazione di vari mediatori del sistema nervoso centrale (serotonina, dopamina, noradrenalina) e aumenta la secrezione notturna di melatonina, aiutando contro l’insonnia. È, inoltre, in grado di accrescere i livelli serici di serotonina, similmente a certi farmaci antidepressivi, riequilibrando del tono dell’umore. Diversi esami hanno dimostrato che l´estratto di iperico, limita il riassorbimento di altri due neuro recettori denominati noradrenalina e dopamina che possiedono anch’essi un ruolo importante nella depressione, negli sbalzi di umore durante il periodo menopausa, nella depressione stagionale e nei periodi di esaurimento nervoso.

L’iperforina e le ipericine sono responsabili del colore rosso dell’olio di iperico, per questo la pianta è nota anche come “erba dell’olio rosso”.

Per avere effetti sulla depressione non deve essere usato sotto forma di estratto secco titolato in ipericina. Gli studi confermano l’improprietà dell’estratto secco perchè l’azione antidepressiva dell’iperico si esplica solo se c’è la presenza in forma proporzionale di ipericina e iperforina. Se uno manca, la funzione antidepressiva viene meno. In più l’estratto secco con evidenza eclatante di ipericina depaupera il resto del fitocomplesso che non si esprime adeguatamente. L’olio di iperico o la tintura alcolica (tintura madre) sono i preparati che meglio esaltano le potenzialità di questa pianta perchè l’ipericina e l’iperforina sono altamente liposolubili e alcool solubili (l’idrolito di iperico non ha quindi nessun effetto antidepressivo se non in quantità alte in cui possiamo trovare tracce di queste due componenti).

Secondo la Medicina Spagyrica l’Iperico è in grado di disgregare i calcoli renali, curare i catarri bronchiali sanguinolenti, espellere la bile gialla e giovare in caso di infiammazione del nervo sciatico. Il tropismo di quest’erba è rivolto a reni, pelle, articolazioni e cuore/emozioni.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE

L’iperico si assume per via orale. Le parti della pianta utilizzate per produrre i fitoterapici che lo contengono sono i fiori e le foglie.  L’olio di iperico è, invece, pensato per l’uso topico. L’iperico si utilizza per via interna in compresse, capsule o  tisane come  ansiolitico moderato. Viene privilegiato per regolare il sonno e l’umore in occasione di disturbi legati alla stagionalità, all’età, a cambiamenti ormonali come la menopausa o a particolari momenti della vita. Per uso esterno in olio o pomate è apprezzato come disinfettante, antivirale (per esempio nell’herpes), antibatterico, antimicotico e cicatrizzante e riepitelizzante di ferite, ustioni e piaghe o anche in prodotti cosmetici doposole o per la couperose.

USO INTERNO 

300-900 mg di estratto secco    1-2 compresse da 300 mg 1-3 volte al dì.

50 gocce di tintura madre con un po’ di acqua 1-3 volte al giorno per 2 mesi consecutivi. Interrompere un mese e, se necessario, ripetere il ciclo di trattamento.

INFUSO: 1 cucchiaio raso sommità fiorite di iperico, 1 tazza d’acqua. Si versa la miscela di foglie e fiori nell’acqua bollente e si spegne il fuoco. Si copre e si lascia in infusione per 5-6 min. Si filtra l’infuso e berlo al momento del bisogno in caso di infiammazioni osteoarticolari, infiammazioni urinarie e del colon.

OLEOLITO

Con i fiori dell’iperico si prepara un olio dall’eccellente effetto antinfiammatorio, lenitivo e cicatrizzante, utile sia per contrastare i dolori reumatici, sciatica, artriti, che in caso di piccole ustioni, ferite, micosi, cicatrici, smagliature e psoriasi, contusioni, eritemi, ma anche contro le rughe.

PROCEDIMENTO: Si riempie un barattolo di vetro (3/4) di fiori freschi di iperico, si aggiunge un olio vegetale (evo, di mandorle, di sesamo, ecc. ) fino a 2 centimetri dal bordo. Si aggiunge un cucchiaino di liquore tipo grappa. Si chiude bene il barattolo e si lascia esposto alla luce solare, agitandolo una volta al giorno. Dopo circa 28 giorni, quando l’olio avrà assunto un colore rosso, si filtra l’oleolito e si travasa l’olio in una bottiglia di vetro scuro. L’oleolito si conserva al buio.

PRECAUZIONI E CONTROINDICAZIONI

Parecchi studi farmacologici e clinici, effettuati sul vegetale, dimostrano che l’iperico è un vegetale sicuro, ma può presentare alcune controindicazioni come la sua azione fotosensibilizzante della cute particolarmente in soggetti con pelle capelli e occhi chiari. Può quindi dare reazioni come arrossamento bruciore e prurito sulle parti esposte ai raggi UV. Per questo, a scopo precauzionale, dopo l’eventuale assunzione, è sempre consigliabile evitare di esporsi al sole (o farlo solo con adeguata protezione), o di sottoporsi a trattamenti con le lampade abbronzanti.

Anche l’applicazione dell’olio sulla pelle, sempre per via della presenza di principi attivi fotosensibilizzanti, può determinare la comparsa, per reazione ai raggi solari, di antiestetiche macchie che possono poi impiegare tempo per scomparire: per questo va sempre evitato l’uso topico del prodotto prima dell’esposizione al sole.

Tra gli effetti avversi che si possono manifestare ce ne sono alcuni comuni agli antidepressivi, come astenia e agitazione, tachicardia, incremento della frequenza delle minzioni, affaticamento, secchezza della bocca, riduzione della libido, o eventuali reazioni allergiche.

L’iperico non va somministrato in gravidanza e allattamento e nei bambini d’età inferiore ai 12 anni. Se l’estratto è generalmente controindicato in età pediatrica e nell’adolescenza, lo stesso veto non riguarda l’olio di iperico utilizzato per applicazioni topiche.

TOSSICITA’

Per quanto riguarda la tossicità, l’iperico è decisamente più sicuro dell’aspirina. Molte persone muoiono ogni anno negli soli Stati Uniti a causa dell’aspirina, di solito in seguito ad emorragie interne. L’iperico, al confronto, non ha ancora registrato un solo decesso umano in 2.400 anni di note uso medicinale.

In realtà, l’unica tossicità fatale nota è stata rilevata dall’assunzione di iperico da parte di alcuni animali, come le pecore, che non muoiono tanto per l’ingestione di grandi quantità di iperico, quanto, piuttosto, per l’esposizione al sole successiva.

In uno studio su 3.250 pazienti trattati con iperico, solo il 2,4% ha manifestato effetti collaterali.

Gli effetti indesiderati rilevati tendevano ad essere di lievi entità: irritazioni gastrointestinali, reazioni allergiche, stanchezza, agitazione.

INTERAZIONI

Sembrerebbe che l’iperico interferisca con il metabolismo di numerosi farmaci potenziandone o annullandone l’effetto. È pertanto sconsigliato l’utilizzo contemporaneo ad altre terapie. Questo vale soprattutto in riferimento all’assunzione per via interna (quindi per bocca) degli estratti.

Questa pianta stimola alcuni enzimi che metabolizzano i farmaci per cui ne riduce il livello circolante. Studi clinici hanno dimostrato, per esempio, che l’assunzione di questa erba officinale riduce i livelli nel sangue di farmaci come la digossina (sostanza appartenente alla categoria dei glicosidi digitalici, usata come medicinale in presenza di alcuni problemi cardiaci) e può anche ridurre l’effetto dei farmaci ad azione anticoagulante.

Generalmente se ne sconsiglia l’uso durante il trattamento con molti  farmaci come contraccettivi orali,   antidepressivi,   farmaci che aumentano la sensibilità alla luce,   fitoterapici o supplementi a base di glicosidi cardiaci, con proprietà serotoninergiche.

SINERGIE

Ferite da rimarginare/Ustioni: Olio d’Iperico + Olio di Calendula  oppure Unguento con oleolito di Iperico e di Elicriso oppure Olio di Iperico + gocce di olio essenziale di tea tree (100:1)

Depressione 1: Iperico TM + Avena Selvatica TM (½ per Kg di peso corporeo, 2 volte al giorno per una ventina di giorni)

Depressione 2: Iperico TM ½ goccia al mattino, a metà mattina  Betula Verrucosa MG e la sera il Ficus carica MG (per i gemmoderivati si consiglia una goccia x Kg di peso). Nel caso di persona anziana a metà mattina daremo Sequoia Gigantea GM invece di Betula.

Infiammazione del colon: Nelle tisane per il colon si consiglia spesso l’aggiunta di iperico Es: Tisana delle 3 M: Melissa, Malva, Maggiorana + Iperico

 TRADIZIONE POPOLARE

Secondo la tradizione popolare i suoi fiori, raccolti nella notte del 24 giugno, periodo di massima fioritura – giorno di san Giovanni – avrebbero proprietà magiche e il potere di scacciare i “demoni del male” dal corpo e dallo spirito. Una credenza confermata dalla scienza, a giudicare dalle numerose virtù curative che la fitoterapia moderna attribuisce all’iperico È nota anche con il nome di erba di San Giovanni o “scacciadiavoli”, per le proprietà rasserenanti.  Vuole la tradizione popolare, infatti, che le erbe raccolte in questa notte abbiano un potere particolare e tutte le loro proprietà siano esaltate alla massima potenza, viene ritenuta altamente ripugnante dagli spiriti maligni, contro i quali bastava un soffio per cacciarli. In passato i contadini lo coltivavano spesso vicino a casa o ne appendevano piccoli mazzi su porte e finestre, a mo’ di amuleti, e veniva collocato anche nelle stalle per proteggere il bestiame.

Si racconta che alla vigilia dell’omonima festa (S. Giovanni), per proteggersi dai malefici delle streghe, fosse utile portare una piantina di iperico insieme alla ruta, l’artemisia e l’aglio.

In molti paesi europei nella notte di S. Giovanni c’era l’usanza di danzare attorno al fuoco, cingendosi il capo con le sue fronde; una volta spenti i fuochi, le gettavano sui tetti delle case, per preservarle dai fulmini.

Qualunque sia la ragione del suo nome, dal Medioevo si credeva che dormire con un rametto di Erba di San Giovanni sotto il cuscino la notte di S. Giovanni (la notte prima marea di San Giovanni), facesse apparire il Santo in sogno, per dare la sua benedizione, e per impedire a chi lo vedeva di morire durante l’anno successivo.

Esistono diverse leggende che vedono protagonista l’Iperico, eccone alcune delle più note. La prima leggenda che riportiamo è quella secondo cui l’iperico deriverebbe dal sangue di Prometeo che venne punito da Zeus per aver donato il fuoco agli esseri umani, simbolo della luce della ragione. Un dono prezioso ma ambivalente perché se da un lato consente all’uomo di scaldarsi e progettare un focolare, lo rende anche cosciente della morte. Un’altra leggenda lega l’iperico alla figura di San Giovanni Battista, decapitato per volere di Salomè. Si narra che l’iperico fosse germogliato dalle gocce di sangue di Giovanni e viene ricordato, non a caso, come erba di San Giovanni. Questo legame secondo le leggende è confermato dal fatto che i petali, strofinati tra le dita, macchiano tutto di rosso, il colore del sangue versato dal Santo.

Secondo un’altra tradizione il motivo per cui l’iperico viene raccolto il giorno di San Giovanni, 24 giugno, è invece da ricollegare alle streghe. In questa data le streghe si riunivano per festeggiare e le persone, sapendo che erano in giro, si infilavano negli abiti erbe di protezione, come l’iperico o l’aglio.

Si narra anche che il diavolo cercasse di bucare le foglie di iperico per permettere ai suoi seguaci di infiltrarsi ma la pianta non gli concesse comunque il passaggio e i piccoli fori che si vedono sulle foglie di iperico ricordano questa antica battaglia.

Veniva anche utilizzato nei rituali di purificazione e per la preparazione dell’acqua di San Giovanni, si dice inoltre che indossarlo aiuti ad allontanare le malattie stagionali.

Qualche leggenda afferma che sia utile per propiziarsi l’amore e se raccolto il 21 giugno o di venerdì, diventa un amuleto contro la tristezza e le malattie mentali.

Posizionato sotto il cuscino di una donna nubile, si dice faccia sognare il futuro marito.

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Balsamo labbra home made

Vediamo come fare un balsamo labbra naturale tutto fatto in casa in pochissimo tempo ma con tantissima soddisfazione!

 balsamo_labbra_burrocacao_homemadeIngredienti:

  • 2 cucchiaini di burro di karitè bio
  • 1 quadratino di cioccolato fondente  o cioccolato bianco (meglio se contiene lecitina)
  • Olio essenziale (opzionale)

 

Procedimento:

Sciogliere il burro e il cioccolato a bagno maria.

Quando gli ingredienti saranno sciolti, togliere dal fuoco e far raffreddare un pochino.

A questo punto, se vogliamo, possiamo aggiungere qualche goccia di olio essenziale. Ad esempio con il cioccolato fondente sta benissimo un olio agrumato, come  l’o.e. di arancio dolce o di mandarino. Con quello bianco possiamo usare un o.e. di vaniglia o di cannella.

Versare nei barattolini e aspettare che il prodotto si solidifichi.

balsamo labbra

Si consiglia di usare prodotti biologici e per la cioccolata di scegliere l’equo solidale.

 

 

 

 

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